Percorsi per il benessere psicologico di bambini e adolescenti

L’età evolutiva presenta sfide impegnative per i bambini, gli adolescenti e le loro famiglie. Spesso i disturbi evolutivi sono la manifestazione della difficoltà legata al superamento di questo periodo critico.

Come riconoscere le problematiche evolutive nei bambini?

I segnali a cui bisogna prestare attenzione possono essere:

  • somatici: nell'infanzia, è fondamentale prestare attenzione ai segnali di disagio che i bambini esprimono attraverso il corpo. Più il bambino è piccolo, più tende a manifestare le sue emozioni e il malessere tramite somatizzazioni, che possono manifestarsi come mal di pancia, mal di testa o altri sintomi fisici. Questi segnali non devono essere sottovalutati, poiché rappresentano un modo per il bambino di comunicare le proprie difficoltà e stati interiori.

  • comportamentali: i bambini possono comportarsi in modo poco adeguato, oppure possono manifestare comportamenti problematici nella regolazione del ritmo sonno/veglia, nell'alimentazione oppure nella regolazione degli sfinteri e nell'enuresi. Gli adolescenti possono manifestare il loro disagio mettendo in atto comportamenti rischiosi attraverso l'abuso di alcol, sostanze stupefacenti o con comportamenti problematici riguardanti la sfera sessuale.

  • emotivi: i problemi comportamentali spesso sono accompagnati da una difficoltà a riconoscere, esprimere e gestire alcune emozioni, come ad esempio la rabbia, l'ansia, la tristezza... 

  • relazionali: alcuni bambini possono manifestare difficoltà nel relazionarsi con i pari oppure isolarsi.

  • cognitivi: un'altra area da attenzionare riguarda il rendimento scolastico, spesso i bambini che stanno attraversando un momento di difficoltà possono manifestare difficoltà a concentrarsi e questo interferisce con i processi di apprendimento.

La gestione adeguata del disagio emotivo nell'età evolutiva è cruciale per promuovere un sviluppo sano e prevenire problematiche future.

Il percorso di consulenza psicologica prevede che il primo contatto avvenga con i genitori e solamente dopo aver raccolto le informazioni sufficienti ad inquadrare la situazione si procederà incontrando il bambino o ragazzo. Sono necessari dai 4 ai 6 colloqui per analizzare la richiesta di aiuto.  A seconda della richiesta, vengono somministrati dei test cognitivi e/o emotivi e viene effettuata l’osservazione del comportamento del bambino in situazioni di gioco libero e/o strutturato, da solo e/o con i genitori. L’obiettivo di questa prima fase è di delineare un quadro generale del funzionamento del bambino, delle aree di sofferenza e delle risorse, sia personali che familiari.

Al termine di questa prima fase di valutazione verrà esposto e individuato con la famiglia il percorso individualizzato più adeguato. In base alla richiesta e al tipo di problema si valuterà se attuare una consulenza di taglio “educativo” con particolare focalizzazione sulla relazione genitore/figli. Si tratta di un intervento supportivo, di spiegazione e chiarificazione sui sintomi, sulle dinamiche relazionali e sulle caratteristiche personali, che aiutano il minore e/o i famigliari a individuare risorse esistenti e strategie alternative. O un supporto psicologico, quindi un percorso in cui il focus è spostato maggiormente sul bambino/ragazzo che parteciperà direttamente agli incontri.